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Leggere il discorso che Papa Francesco ha rivolto ai membri della Fondazione “Giorgio La Pira”, ci rimanda immediatamente alla memoria la nostra Rita Meridiani che, sull’itinerario storico e spirituale di “La Pira giovane” (1904-1939), scrisse e pubblicò la sua tesi di laurea che, per gentile concessione della Fondazione La Pira, presenteremo prossimamente su questo Sito web.

Rita Meridiani, deceduta in un incidente stradale l’11 marzo del 2003, aveva 51 anni ed era Responsabile della Comunità Redemptor hominis in Italia e Direttore Responsabile del nostro giornale “Missione Redemptor hominis”.

Rita fu tra i primi giovani che mi seguì generosamente in una bidonville romana, condividendo le vicissitudini, le gioie e le difficoltà della fondazione del primo nucleo comunitario.

Si trasferì a Sassuolo nel 1974, dove lavorò dapprima come operaia. Laureatasi in seguito in Lettere alla Sapienza di Roma e licenziatasi in Storia Ecclesiastica alla Pontificia Università Gregoriana, Rita, da dieci anni, insegnava religione in un Istituto tecnico commerciale a Sassuolo, dove si trova il nostro Ufficio Missioni.

Rita, nella sua bontà fedele fino alla morte, volle dedicarmi il libro da lei pubblicato, scrivendo queste parole: “A don Emilio Grasso che primo mi fece conoscere quella ‘primavera della Chiesa’ che ebbe come sede privilegiata la città di Firenze”.

È dunque con emozione e gioia che riportiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto ai presenti all’Udienza del 23 novembre 2018.

Emilio Grasso

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Cari fratelli e sorelle,

è con gioia che incontro tutti voi, che partecipate al convegno nazionale delle associazioni e dei gruppi intitolati al Venerabile Giorgio La Pira. Rivolgo il mio saluto a ciascuno e ringrazio per le sue parole il Presidente della Fondazione Giorgio La Pira. Auspico che il vostro incontro di studio e di riflessione possa contribuire a far crescere, nelle comunità e nelle regioni italiane nelle quali siete inseriti, l’impegno per lo sviluppo integrale delle persone.

In un momento in cui la complessità della vita politica italiana e internazionale necessita di fedeli laici e di statisti di alto spessore umano e cristiano per il servizio al bene comune, è importante riscoprire Giorgio La Pira, figura esemplare per la Chiesa e per il mondo contemporaneo. Egli fu un entusiasta testimone del Vangelo e un profeta dei tempi moderni; i suoi atteggiamenti erano sempre ispirati da un’ottica cristiana, mentre la sua azione era spesso in anticipo sui tempi.

Varia e multiforme fu la sua attività di docente universitario, soprattutto a Firenze, ma anche a Siena e Pisa. Accanto ad essa, egli diede vita a varie opere caritative, quali la “Messa del Povero” presso San Procolo e la Conferenza di San Vincenzo “Beato Angelico”. Dal 1936 dimorò nel convento di San Marco, dove si diede allo studio della patristica, curando anche la pubblicazione della rivista Principi, in cui non mancavano critiche al fascismo. Ricercato dalla polizia di quel regime si rifugiò in Vaticano, dove per un periodo soggiornò nell’abitazione del Sostituto Mons. Montini, che nutriva per lui grande stima. Nel 1946 fu eletto all’Assemblea Costituente, dove diede il suo contributo alla stesura della Costituzione della Repubblica Italiana. Ma la sua missione al servizio del bene comune trovò il suo vertice nel periodo in cui fu sindaco di Firenze, negli anni cinquanta. La Pira assunse una linea politica aperta alle esigenze del cattolicesimo sociale e sempre schierata dalla parte degli ultimi e delle fasce più fragili della popolazione.

Si impegnò altresì in un grande programma di promozione della pace sociale e internazionale, con l’organizzazione di convegni internazionali “per la pace e la civiltà cristiana” e con vibranti appelli contro la guerra nucleare. Per lo stesso motivo compì uno storico viaggio a Mosca nell’agosto 1959. Sempre più incisivo diventava il suo impegno politico-diplomatico: nel 1965 convocò a Firenze un simposio per la pace nel Vietnam, recandosi poi personalmente ad Hanoi, dove poté incontrare Ho Chi Min e Phan Van Dong.

Cari amici, vi incoraggio a mantenere vivo e a diffondere il patrimonio di azione ecclesiale e sociale del Venerabile Giorgio La Pira; in particolare la sua testimonianza integrale di fede, l’amore per i poveri e gli emarginati, il lavoro per la pace, l’attuazione del messaggio sociale della Chiesa e la grande fedeltà alle indicazioni cattoliche. Sono tutti elementi che costituiscono un valido messaggio per la Chiesa e la società di oggi, avvalorato dall’esemplarità dei suoi gesti e delle sue parole.

Il suo esempio è prezioso specialmente per quanti operano nel settore pubblico, i quali sono chiamati ad essere vigilanti verso quelle situazioni negative che San Giovanni Paolo II ha definito “strutture di peccato” (cfr. Lett. enc. Sollicitudo rei socialis, 36). Esse sono la somma di fattori che agiscono in senso contrario alla realizzazione del bene comune e al rispetto della dignità della persona. Si cede a tali tentazioni quando, ad esempio, si ricerca l’esclusivo profitto personale o di un gruppo piuttosto che l’interesse di tutti; quando il clientelismo prevarica sulla giustizia; quando l’eccessivo attaccamento al potere sbarra di fatto il ricambio generazionale e l’accesso alle nuove leve. Come diceva Giorgio La Pira: “La politica è un impegno di umanità e di santità”. È quindi una via esigente di servizio e di responsabilità per i fedeli laici, chiamati ad animare cristianamente le realtà temporali, come insegna il Concilio Vaticano II (cfr. Decr. sull’apostolato dei laici Apostolicam actuositatem, 4).

Fratelli e sorelle, l’eredità di La Pira, che custodite nelle vostre diverse esperienze associative, costituisce per voi come una “manciata” di talenti che il Signore vi chiede di far fruttificare. Vi esorto pertanto a valorizzare le virtù umane e cristiane che fanno parte del patrimonio ideale e anche spirituale del Venerabile Giorgio La Pira. Così potrete, nei territori in cui vivete, essere operatori di pace, artefici di giustizia, testimoni di solidarietà e carità; essere fermento di valori evangelici nella società, specialmente nell’ambito della cultura e della politica; potrete rinnovare l’entusiasmo di spendersi per gli altri, donando loro gioia e speranza. Nel suo discorso, il vostro Presidente per due volte ha detto la parola “primavera”: oggi ci vuole una “primavera”. Oggi ci vogliono profeti di speranza, profeti di santità, che non abbiano paura di sporcarsi le mani, per lavorare e andare avanti. Oggi ci vogliono “rondini”: siate voi.

Con questi auspici, che affido all’intercessione della Vergine Maria, benedico di cuore tutti voi, i vostri cari e le vostre iniziative. E vi chiedo per favore di ricordarvi di pregare per me.

Grazie!

 

 

© Libreria Editrice Vaticana - 23 novembre 2018
   Foto a cura della redazione di www.missionerh.it

 

 

Categoria: Approfondimenti