Nella postfazione che conclude questo libro do ragione del carattere unitario dello stesso, oltre che della sua genesi. Da più parti si è detto e si continua a dire che il nostro tempo è fortemente caratterizzato da una dislocazione del sapere e da una sempre maggiore resistenza nei riguardi della sistematicità.
Al pensiero deduttivo, formulato in categorie “chiare e distinte”, si è andato sostituendo un pensiero frammentario che cerca quasi a tentoni di aprire nell’oscurità della notte delle piste verso territori più ampi, ove lo sguardo spazia e riesce a intravedere orizzonti più vasti.
Mi sembra che il momento storico che viviamo sia caratterizzato non tanto dalla mancanza, ma quasi dall’impossibilità di formulare progetti a lunga scadenza o summae di pensiero ove ogni realtà, anche la più piccola, trovi la sua ordinata collocazione.
In tempi passati v’erano tante e fin troppe certezze che facevano camminare spediti verso nuove conquiste.
Oggi questo non è più possibile. E coloro che inseguono il miraggio delle antiche sicurezze, in tutto e per tutto, cadono in quelle forme di lettura fondamentalista della realtà che procede spedita, aggrega, riscuote successo, dà sicurezze, riempie le sale e le piazze, ma che, a lungo o a brevissimo termine, fa impantanare in sentieri paludosi dai quali non si riesce più a uscire.
A me sembra che questo nostro tempo richieda più che mai la pazienza della faticosa ricerca fatta di umiltà, di pazienza, di dialogo. Una ricerca che non ci isola e non pone tra noi e gli altri i fortini nei quali si rinchiudono uomini che si sentono sempre assediati e nello stesso tempo sono soddisfatti della contemplazione di se stessi e delle loro certezze.
Anche questo libro, come quelli che lo hanno preceduto, nasce dal tentativo di uscire dal fitto della foresta per andare verso savane ove la luce illumina il cammino.
La fede, ancor prima d’essere risposta di Dio alle domande dell’uomo, è risposta dell’uomo alla domanda di Dio. Dio non risponde. Interroga.
La fede ci dà la certezza che una Parola si è rivolta a noi e ci ha chiamato per nome. Ma questa certezza ci lascia poi soli. Essa attende che noi rispondiamo e che apriamo nuove strade per far correre questa Parola incontro a tutti gli uomini.
La condizione della fede è un vedere come in uno specchio e in maniera confusa, sperando quello che non vediamo.
Essa richiede un pensiero nomade che non s’installi definitivamente in nessuna acquisizione.
La Parola che sta alle origini ci accompagna e ci sospinge. Ma se ci fermiamo e non cerchiamo più, tentando d’imprigionare la Parola nelle nostre costruzioni, sostituendo alla tenda la stabile e definitiva dimora, allora noi mettiamo al posto della fede che ci apre verso nuovi cieli e nuove terre il nostro pensiero che ci impedisce di vedere il volto dell’altro. E senza la mediazione storico-essenziale del volto dell’altro, quello che noi chiamiamo Dio altro non diviene che idolo muto da noi costruito.
Emilio Grasso, Il Volto in ogni volto. Uomini e donne alla periferia del mondo, EMI, Bologna 1999, 192 pp.
INDICE
Premessa |
7 |
Testimoni |
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Mistica e politica La fedeltà all’ideale contemplato |
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Ignazio Silone: la scintilla della libertà |
19 |
Il fascino della fedeltà Che Guevara nell’immaginario collettivo |
29 |
Cultura e annunzio del Vangelo Il messaggio pedagogico di don Lorenzo Milani |
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Un prete autentico La testimonianza di don Nino Miraldi, missionario romano in Brasile |
51 |
Baba Simon Nuovo volto della missione in Africa |
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Attualità |
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Tra memoria e futuro Quale bilancio per la fine del millennio? |
77 |
Il deserto dei Tartari Uscire dall’illusione che allontana e uccide la verità |
83 |
Bontà crudele |
89 |
La libertà di dire no Sémira Adamu e i “sans papiers”. Quali domande per la Chiesa? |
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Guerre umanitarie Il nodo irrisolto del conflitto nei Balcani |
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Da maggio 1968 a maggio 1998 |
109 |
Riflessione |
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La coscienza missionaria della Chiesa in Italia dal Concilio ad oggi |
117 |
La terminologia missionologica nei messaggi di Paolo VI per la Giornata missionaria mondiale (1963-1978) |
135 |
L’omelia di Giovanni Paolo II in piazza della Rivoluzione a La Habana |
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Religiosi domani: mistici nella storia |
155 |
Postfazione |
171 |