Il 1° maggio 2011, dopo regolare processo canonico e per voce insistente del popolo di Dio sin dal giorno della sua morte, è stato proclamato beato Giovanni Paolo II.

Sono passati solo sei anni dall’anniversario della morte di questo Pontefice, eppure il suo ricordo non si attenuahome Giovanni Paolo II in Emilia Romagna nel cuore di chi ha vissuto le meraviglie del suo pontificato.

Ben a ragione si può dire che il tempo di grazia che c’è stato donato di vivere con Giovanni Paolo II ha rappresentato per tutta l’umanità un vero kairós, tempo-momento favorevole a noi dato per la scelta fondamentale della nostra vita.

Questo kairós del pontificato di Giovanni Paolo II va letto nell’inscindibile unione tra l’insegnamento e gli avvenimenti, nell’esperienza vissuta con e alla sua presenza.

L’analisi filologica e teologica del termine ci ricorda che

"se il kairós è, anzitutto, il tempo per le scelte fondamentali della fede, per coloro che sono stati riconciliati (cfr. Rm 5, 11; 13, 11) deve essere anche il tempo di vivere secondo la fede. Il passato servizio agli idoli deve lasciare il posto all’attuale vero servizio di Dio (cfr. Ef 5, 8s; Gal 4, 8s; cfr. Rm 12, 1). La fede libera dalla schiavitù del tempo; affranca dal peso del passato colui che accoglie il dono del perdono. Però nessuno è sciolto dalla responsabilità morale di usare bene il tempo che ha a disposizione (Gal 6, 10; Col 4, 5); anzi l’imperativo 'riscattate il tempo' (Ef 5, 16) mette i credenti a confronto col tempo storico. La nuova vita di fede non è però esente da tribolazioni. Il kairós houtos (Mc 10, 30; Lc 12, 54), questo tempo, e quindi anche il tempo della Chiesa, non è un periodo di beatitudine senza difficoltà, ma un tempo di lotta (cfr. 1Cor 9, 24ss; Ef 6, 12; 1Tm 6, 11ss) e di sofferenza (Rm 8, 18), in cui i cristiani sono chiamati a sostenersi a vicenda, per non cedere (Eb 3, 12s; cfr. 1Tm 4, 1) nel momento della tentazione (Lc 8, 13)"[1].

Questa unione tra scritti e gesti fu ben evidenziata dal suo successore, e già grande amico e collaboratore, Benedetto XVI.

Scrive in proposito l’attuale Pontefice:

"Giovanni Paolo II, filosofo e teologo, grande pastore della Chiesa, ha lasciato una ricchezza di scritti e di gesti che esprimono il suo desiderio di diffondere il Vangelo di Cristo nel mondo, adoperando i metodi indicati dal Concilio Vaticano II e di tracciare le linee di sviluppo della vita della Chiesa nel nuovo millennio. Questi doni preziosi non possono essere dimenticati"[2].

In un tempo di timore e di insicurezze, Giovanni Paolo II ci ha insegnato a non aver paura.

Nell’omelia in occasione del terzo anniversario della sua morte, Benedetto XVI ha evidenziato quest’aspetto del suo lungo pontificato.

"'Non abbiate paura, voi!' (Mt 28, 5). Le parole dell’angelo della risurrezione, rivolte alle donne presso il sepolcro vuoto, che ora abbiamo ascoltato, sono diventate una specie di motto sulle labbra del Papa Giovanni Paolo II, fin dal solenne inizio del suo ministero petrino. Le ha ripetute più volte alla Chiesa e all’umanità in cammino verso il 2000, e poi attraverso quello storico traguardo e ancora oltre, all’alba del terzo millennio. Le ha pronunciate sempre con inflessibile fermezza, dapprima brandendo il bastone pastorale culminante nella Croce e poi, quando le energie fisiche andavano scemando, quasi aggrappandosi ad esso, fino a quell’ultimo Venerdì Santo, in cui partecipò alla Via Crucis dalla Cappella privata stringendo tra le braccia la Croce. Non possiamo dimenticare quella sua ultima e silenziosa testimonianza di amore a Gesù. Anche quella eloquente scena di umana sofferenza e di fede, in quell’ultimo Venerdì Santo, indicava ai credenti e al mondo il segreto di tutta la vita cristiana. Il suo 'Non abbiate paura' non era fondato sulle forze umane, né sui successi ottenuti, ma solamente sulla Parola di Dio, sulla Croce e sulla Risurrezione di Cristo. Via via che egli veniva spogliato di tutto, da ultimo anche della stessa parola, questo affidamento a Cristo è apparso con crescente evidenza. Come accadde a Gesù, pure per Giovanni Paolo II alla fine le parole hanno lasciato il posto all’estremo sacrificio, al dono di sé. E la morte è stata il sigillo di un’esistenza tutta donata a Cristo, a Lui conformata anche fisicamente nei tratti della sofferenza e dell’abbandono fiducioso nelle braccia del Padre celeste. 'Lasciate che vada al Padre', queste — testimonia chi gli fu vicino — furono le sue ultime parole, a compimento di una vita totalmente protesa a conoscere e contemplare il volto del Signore"[3].

Con grande amore al nuovo Beato, solennemente proclamato il 1° maggio 2011 e che speriamo presto poter vedere canonizzato a gloria di Dio e per edificazione dell’umanità intera, pubblichiamo questi due brevi saggi che analizzano i discorsi tenuti durante le visite in Emilia-Romagna.

Sono un piccolo segno di filiale devozione all’amato Papa e anche un atto di riconoscenza a questa terra dove la Comunità Redemptor hominis è presente da quasi quaranta anni.

Emilio Grasso

 

 

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[1] H.-C. Hahn, Tempo, in Dizionario dei concetti biblici del Nuovo Testamento. A cura di L. Coenen - E. Beyreuther - H. Bietenhard, EDB, Bologna 1980, 1830.

[2] Benedetto XVI, Ai membri della Fondazione Giovanni Paolo II (23 ottobre 2006), in Insegnamenti di Benedetto XVI, II/2, Libreria Editrice Vaticana 2007, 501.

[3] Benedetto XVI, Santa Messa in suffragio di Giovanni Paolo II (2 aprile 2008), in Insegnamenti di Benedetto XVI, IV/1, Libreria Editrice Vaticana 2009, 501-502.

 

Emilio Grasso, Giovanni Paolo II in Emilia-Romagna, EMI, Bologna 2011, 64 pp.

 

 

INDICE

 

 

Premessa

9

Fede e intelligenza per una nuova evangelizzazione.
Giovanni Paolo II alla Chiesa dell’Emilia-Romagna

13

Suscitare inquietudine

16

La frattura tra fede e vita

19

La dimensione ad intra e ad extra della nuova evangelizzazione

 21

 Passione per Dio e passione per l’uomo

 27

 Conclusione

31

Domande e chitarre.
I giovani nell'analisi dei discorsi di Giovanni Paolo II
in Emilia-Romagna

35

Ascolto dei giovani

38

Soggetti di iniziative e cultura

40

Una radicale disponibilità

43

La vocazione a essere uomini

 46

Vivere la propria vita

 49

Appendice. Visite pastorali di Giovanni Paolo II
in Emilia-Romagna

 55