L’importanza del tema della famiglia è stata sottolineata spesso negli interventi del Magistero, sia pontificio sia degli episcopati a livello nazionale e continentale. Questa insistenza rivela quanto il tema sia delicato: di fatto è raro trovare una famiglia che corrisponda al modello proposto. C’è una certa distanza, infatti, tra l’ideale delle affermazioni dottrinali e le situazioni concrete.
Per la Chiesa è necessario analizzare le situazioni reali, prima di immaginare una realtà che non esiste. Senza questo sguardo perspicace, privo di compiacenza, i piani relativi a una pastorale familiare corrono il rischio di fallire già dall’inizio per mancanza dei presupposti elementari.
Le carenze in seno alla famiglia comportano gravi ostacoli per la missione evangelizzatrice della Chiesa, che non può sostituirsi ai genitori, primi educatori e catechisti dei loro figli. La famiglia, in effetti, è la Chiesa domestica, senza il cui contributo il compito della parrocchia si complica enormemente.
È in gioco il futuro stesso dei giovani. Tale preoccupazione per i giovani è la ragion d’essere di questo libro, nato dalla predicazione di don Emilio Grasso nella parrocchia Sagrado Corazón de Jesús di Ypacaraí (diocesi di San Lorenzo in Paraguay).
I passaggi della Costituzione pastorale Gaudium et spes del Concilio Vaticano II relativi alla famiglia, commentati sistematicamente, rappresentano il filo conduttore della presente pubblicazione. In questa scelta si può riconoscere la volontà di un ritorno a una dottrina fondamentale, chiara e ferma, a una parola di verità e libertà che offre l’opportunità di una conversione evangelica ed esige un cambio radicale di mentalità.
La franchezza – o parrhêsía – è, in effetti, una delle note caratteristiche dei commenti di don Emilio raccolti in questa pubblicazione che vuole presentare, soprattutto ai giovani, la dottrina cattolica sull’amore, la sessualità, il matrimonio e la famiglia, completando così una precedente pubblicazione della collana “Mosaico della Missione”[1].
Fare a meno di questa dottrina o cambiarla a proprio piacimento sarebbe un tradimento dei giovani. Si percepisce, in queste pagine, quella sollecitudine che ha spinto il Santo Padre Benedetto XVI a denunciare, come prostituzione della parola, i discorsi fatti per ricevere applausi e consenso. Una prostituzione più grave di quella carnale, perché il peccato dello spirito è più profondo di quello della carne.
“Mi viene in mente – ha dichiarato il Papa – una bellissima parola della Prima Lettera di san Pietro, nel primo capitolo, versetto 22. In latino suona così: ‘Castificantes animas nostras in oboedientia veritatis’. L’obbedienza alla verità dovrebbe ‘castificare’ la nostra anima, e così guidare alla retta parola e alla retta azione. In altri termini, parlare per trovare applausi, parlare orientandosi a quanto gli uomini vogliono sentire, parlare in obbedienza alla dittatura delle opinioni comuni, è considerato come una specie di prostituzione della parola e dell’anima. La ‘castità’ a cui allude l’apostolo Pietro è non sottomettersi a questi standard, non cercare gli applausi, ma cercare l’obbedienza alla verità”[2].
Questo è uno dei più grandi problemi nel campo educativo, cominciando dalle famiglie, dove si ha paura di dire quello che non piace; si giustificano gli errori dei figli e li si vuole proteggere troppo, senza far assumere loro le proprie responsabilità e insegnando invece a gettare la colpa su qualche capro espiatorio.
La verità, che è sempre al di là di ogni interesse personale, non è nel cercare la soluzione a tutti i problemi: cerca che ti ricerca, alla fine si perde anche l’anima. Quello che la fede chiede è il coraggio della verità, con misericordia, carità e pazienza. Chi vuole ascoltare, ascolta. Chi non vuole ascoltare, forse un giorno, precipitato nell’abisso e senza più la capacità di uscirne, potrà ricordare quella parola di verità che ascoltò una volta e costruire la sua vita su di essa, convertendosi.
Senza questa parola di verità, anche noi sacerdoti siamo come prostitute che si inginocchiano davanti alla dittatura delle opinioni comuni, per ricevere un applauso o, chissà, una bustarella con un po’ di denaro. Prostitute che partoriscono i figli della prostituzione, i figli della menzogna.
La Chiesa, maestra di vita ed esperta in umanità, piena di quella saggezza che il mondo non conosce, è chiamata a insegnare, confidando nella forza della Parola che libera. L’amore che annuncia è una totalità di vita, un patto di fedeltà, che nasce dalla certezza che l’eterno entra nel tempo e che la storia delle vicende umane sale fino al cielo.
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[1] Cfr. E. Grasso, La religione del corpo. Riflessione sulla visione cristiana della sessualità, EMI (Mosaico della Missione 3), Bologna 2009.
[2] Benedetto XVI, Concelebrazione Eucaristica con i membri della Commissione Teologica Internazionale, 6 ottobre 2006.
Emilio Grasso, La famiglia. Linee per una visione cristiana, EMI (Mosaico della Missione 6), Bologna 2013, 80 pp.
INDICE
Introduzione | 5 |
1. "Carne dalla mia carne": la visione cristiana del matrimonio | 9 |
Conoscere e amare | 12 |
Formare alla responsabilità | 14 |
Educare alla ricettività | 16 |
Solidarietà e sussidiarietà | 18 |
Necessità di identità chiare | 19 |
Un amore trinitario | 21 |
La ricerca della stabilità | 23 |
Sacrifici anziché buonismo | 27 |
Giungere a un’amicizia spirituale | 31 |
Sposa prima che madre | 33 |
2. "Come Cristo amò la Chiesa": elementi per una spiritualità del matrimonio | 37 |
"Un mistero molto grande" | 37 |
Amare fino alla croce | 39 |
Assumersi il rischio dell’amore | 41 |
Dio, unico fondamento dell’amore | 42 |
Il modello: la Sacra Famiglia | 44 |
3. La vita familiare, cammino di santificazione | 47 |
Educare con l’esempio | 47 |
Urgenza del cambiamento personale | 50 |
La prima educazione religiosa dei bambini | 51 |
La famiglia, luogo di santificazione | 54 |
Come Giovanni Battista | 56 |
La vecchiaia | 58 |
La Chiesa domestica |
59 |
Eros e agape | 62 |
4. Conclusione | 65 |