Molte volte noi cristiani ci domandiamo perché la nostra fede sia tanto debole e, soprattutto, perché non produca i frutti che desidereremmo.
In effetti, ci impegniamo, soffriamo, preghiamo, consumiamo tutte le energie per fare ciò che, secondo il nostro parere, è la volontà del Signore, ma, se ci guardiamo intorno, constatiamo che abbiamo realizzato ben poco in confronto a quanto Dio ci aveva indicato di fare.
Allora sorge la domanda: quello che stiamo facendo è la volontà di Dio o la nostra volontà? Stiamo mettendo in pratica i progetti di Dio o i nostri?
È importante fare questo esame di coscienza, soprattutto perché così possiamo comprendere che, spesso, quello che ci manca è il vero ascolto della parola di Dio.
La fede nasce dall’ascolto del Signore e di conseguenza, se non ascoltiamo, è impossibile agire secondo la sua volontà. Se manca questo aspetto fondamentale della fede, costruiamo, nella nostra mente, l’immagine di un dio che non è altro che la proiezione dei nostri desideri.
In questo libro, Dio parla nel silenzio del cuore, don Emilio Grasso ha voluto sottolineare il tema dell’ascolto, elemento essenziale per vivere la fede. “L’uomo che vuole essere cristiano – scrive l’Autore – non deve far altro che dedicarsi all’ascolto come accoglienza di Dio. Ascoltare, in questo senso, è già credere. L’uomo, una volta convinto che non possiede niente di suo, ma che tutto gli viene da Dio, sente che questa è l’unica cosa che Dio gli chiede: ascoltarlo”.
Ascoltare Dio vuol dire riconoscere, dal più profondo del cuore, che i veri criteri sono quelli che Egli ci propone. Noi dobbiamo comprenderli profondamente e scoprire la migliore maniera di viverli. In tal modo tutte le nostre azioni saranno la risposta concreta alla parola di Dio, religiosamente ascoltata con un cuore predisposto ad accoglierla. Solo così la parola potrà trasformarsi in fatti che cambieranno la realtà che ci circonda.
Per ascoltare, però, bisogna creare dentro di noi e intorno a noi il silenzio, che è una condizione fondamentale.
Come sottolinea il Card. Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, “il silenzio dell’ascolto è un'attenzione, un dono di sé all’altro e un segno di eleganza morale. Deve manifestare la consapevolezza della nostra umiltà di accettare di ricevere dagli altri un dono che Dio ci dà. Perché l’altro è sempre una ricchezza e un dono prezioso che Dio offre per crescere in umiltà, umanità e nobiltà”[1].
Non sempre, però, riusciamo a raggiungere il silenzio, soprattutto quello interiore. “Il silenzio è difficile, ma mette l’uomo in condizione di lasciarsi guidare da Dio. Dal silenzio nasce il silenzio. Attraverso il Dio silenzioso, possiamo accedere al silenzio. E allora l’uomo non cessa di essere sorpreso dalla luce che scaturisce. Il silenzio è più importante di qualsiasi altra opera umana. Perché esprime Dio. La vera rivoluzione viene dal silenzio; ci conduce a Dio e agli altri per metterci umilmente e generosamente al loro servizio”[2].
È importante, allora, ricercare il silenzio nella propria vita, perché il silenzio conduce a Dio, è il grembo dove la parola si forma.
La Vergine Maria mostra come, dal suo silenzio interiore, si è potuta realizzare l’incarnazione del Verbo. Parlando di Maria, Papa Francesco ha affermato che ella “con il silenzio ha coperto il mistero che non capiva. E con il silenzio ha lasciato che il mistero potesse crescere e fiorire, portando a tutti una grande speranza”[3]. Maria è, per noi, il modello del vero ascolto.
“Il regno di Dio è silenzioso, cresce dentro; lo fa crescere lo Spirito Santo con la nostra disponibilità, nella nostra terra, che noi dobbiamo preparare. Ma esso cresce lentamente, silenziosamente”[4].
Queste pagine, pertanto, ci vogliono aiutare a riflettere sulla relazione tra fede e ascolto, cui molto spesso non diamo la dovuta importanza. In una realtà in cui siamo frastornati da tanti suoni e rumori, la ricerca del silenzio è la condizione preliminare per ascoltare Colui che guida il nostro cammino.
L’Autore, inoltre, ha voluto porre in evidenza, prendendo un antico scritto del biografo e filosofo greco Plutarco, che l’ascolto è un’arte e, pertanto, dobbiamo assicurare certe condizioni fondamentali che lo favoriscano.
Solo dopo avere ascoltato e meditato nel silenzio del nostro cuore la Parola che ci viene annunciata, possiamo giungere a pronunciare parole che abbiano vera efficacia. Parole che si traducono in realtà e che permetteranno alla nostra fede di poter dare quel frutto inaspettato che nasce dalla vera volontà di Dio.
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[1] R. Sarah avec N. Diat, La force du silence. Contre la dictature du bruit, Fayard, Paris 2016, 121.
[2] R. Sarah avec N. Diat, La force du silence..., 79.
[3] Papa Francesco, Meditazione mattutina nella cappella della "Domus Sanctae Marthae" (20 dicembre 2013).
[4] Papa Francesco, Meditazione mattutina nella cappella della "Domus Sanctae Marthae" (13 novembre 2014).
Emilio Grasso, Dio parla nel silenzio del cuore. La fede nasce dall'ascolto, Centro Studi Redemptor hominis, Sassuolo (MO) 2016, 48 pp.
INDICE
Introduzione di Maria Grazia Furlanetto |
5 |
I. Fede e ascolto |
9 |
L’annuncio conduce alla fede |
9 |
La fede nasce dall’ascolto |
12 |
Il silenzio |
14 |
Maria: Figlia, Sposa e Madre della Parola |
18 |
Tutto il popolo di Dio è all’ascolto della sua Parola |
22 |
II. L'arte di ascoltare |
27 |
1. Libertà interiore e ascolto |
29 |
2. Gli impedimenti dell’ascolto |
30 |
3. Cominciare da noi stessi |
31 |
4. Ascoltare per cambiare |
32 |
5. Il primato del contenuto |
33 |
6. Prepararsi all’ascolto con la mente e con il corpo |
34 |
7. Approfittare dell’insegnamento e combattere la pigrizia |
35 |
Conclusione |
39 |