Gli interrogativi posti dalla costituzione di comunità musulmane in Europa in seguito ai fenomeni migratori hanno spinto le varie Chiese, tanto la cattolica quanto quelle di tradizione ortodossa o quelle nate dalla Riforma, a redigere diversi documenti per orientare i fedeli al riguardo. Si è andato così formando un magistero specificatamente europeo sull’Islam.
Le posizioni del Card. Biffi
Anche nei rimarcati interventi sull’Islam del Card. Biffi è percepibile l’influenza delle riflessioni di Martini. Ma laddove l’Arcivescovo milanese si limitava ad enunciare i problemi ai quali i musulmani europei avrebbero dovuto dare risposta per evitare una loro ghettizzazione, il tono del suo omologo bolognese era apodittico quanto alle possibilità effettive di un’integrazione degli immigrati musulmani:
“Il caso dei musulmani va trattato con una particolare attenzione. Essi hanno una forma di alimentazione diversa (e fin qui poco male),
un diverso giorno festivo, un diritto di famiglia incompatibile col nostro, una concezione della donna lontanissima dalla nostra (fino ad ammettere e praticare la poligamia). Soprattutto hanno una visione rigorosamente integralista della vita pubblica, sicché la perfetta immedesimazione tra religione e politica fa parte della loro fede indubitabile e irrinunciabile, anche se di solito a proclamarla e farla valere aspettano prudentemente di essere diventati preponderanti”[1].
Biffi, inoltre, ricordava ai suoi fedeli il dovere di evangelizzazione anche nei confronti dei musulmani, in un passaggio in cui si esprimeva indirettamente anche sul valore teologico-salvifico dell’Islam, parlando, con linguaggio immaginifico, di “preziosi barlumi”:
“Non bisogna poi dimenticare che l’azione evangelizzatrice è di sua natura universale e non tollera deliberate esclusioni di destinatari: ‘Predicate il Vangelo a ogni creatura’ (cfr. Mc 16,15), ci ha detto il Risorto. E non è mai giustificata una rassegnata rinuncia a questo proposito, nemmeno quando, umanamente parlando, sembri poco prevedibile il conseguimento di qualche risultato positivo: chi crede nella forza sovrumana dello Spirito Santo, non desiste mai dall’annunciare la strada della salvezza. È molto importante che tutti i cattolici si rendano conto di questa loro indeclinabile responsabilità, che essi hanno nei confronti di tutti i nuovi arrivati (musulmani compresi). Per essere però buoni evangelizzatori essi devono crescere sempre più nella gioiosa intelligenza degli immensi tesori di verità, di sapienza, di consolante speranza che hanno la fortuna di possedere: è
un’effusione di luce divina, assolutamente inconfrontabile con i pur preziosi barlumi offerti dalle varie religioni e dall’Islam; e noi siamo chiamati a renderne partecipi appassionatamente e instancabilmente tutti i figli di Adamo”[2].
Negli stessi giorni della diffusione della lettera, in un intervento ad un Seminario della Fondazione Migrantes, Biffi analizzava criticamente l’atteggiamento della Chiesa italiana nei quindici anni precedenti riguardo ai problemi sollevati dall’immigrazione, in particolare musulmana:
“Abbiamo avuto in merito due estesi documenti: nel 1990 la Nota pastorale della Commissione ecclesiale ‘Giustizia e pace’ dal titolo: Uomini di culture diverse: dal conflitto alla solidarietà; e nel 1993 gli Orientamenti pastorali della Commissione ecclesiale per le migrazioni dal titolo: Ero forestiero e mi avete ospitato. Ambedue i testi, molto estesi e analitici, sono più che altro (e doverosamente) tesi a costruire e a diffondere nella cristianità una ‘cultura dell’accoglienza’. Manca invece un po’ di realismo nel vaglio delle difficoltà e dei problemi; e soprattutto appare insufficiente il risalto dato alla missione evangelizzatrice della Chiesa nei confronti di tutti gli uomini, e quindi anche di coloro che vengono a dimorare da noi”[3].
Le Conferenze Episcopali regionali
Nel 2000 la Conferenza Episcopale dell’Emilia Romagna pubblicava il documento L’Islam e il cristianesimo[4]. Sulla scia delle affermazioni di Biffi, e come il precedente documento Cristiani e musulmani in dialogo[5], pubblicato dalla Commissione triveneta per l’ecumenismo e il dialogo, la finalità era quella di rendere i cristiani consapevoli della loro fede, sottolineandone le differenze dall’Islam, contro ogni relativismo. Il documento rileva la sottovalutazione dell’impatto della presenza dei musulmani, con conseguente mancanza di responsabilità nel gestirlo. Come già fece Martini, viene richiamata la necessità di promuovere l’integrazione degli immigrati di origine musulmana. Inoltre, per la prima volta, il documento chiama apertamente in causa i musulmani stessi, cui incombe il dovere morale di conoscere le convinzioni, gli usi, la cultura della civiltà millenaria in cui intendono inserirsi, attuando la propria integrazione.
Rileva Pacini che
“al di là del tono talora poco sfumato, le preoccupazioni espresse dai Vescovi emiliani non sono peregrine, e non fanno che mettere in evidenza dei nodi realmente esistenti, su cui si sono presi l’onere di non tacere. Non si può però passare sotto silenzio un limite del documento, che è l’asserzione eccessivamente lapidaria per cui ‘le comunità musulmane non vogliono integrarsi’. Questa asserzione non rispecchia la realtà, che è assai più complessa”[6].
Nel 2004 anche la Conferenza Episcopale della Sicilia ha pubblicato un proprio documento sull’Islam, intitolato Per un discernimento cristiano sull’Islam[7], frutto di una collaborazione con la Facoltà teologica della Sicilia. Anche in questo caso il punto di partenza del documento, edito nella stessa temperie teologico-culturale successiva alla pubblicazione della Dichiarazione Dominus Iesus della Congregazione perla Dottrina della Fede, circa l’unicità e l’universalità salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa, è l’esigenza di una consapevolezza della propria identità di fede per poter entrare in relazione con i musulmani. Da qui la necessità di elaborare, a ragion veduta, un giudizio sull’Islam che parta dai nuclei della fede cristiana, che per il credente rappresentano delle chiavi interpretative della realtà.
Il documento si presenta suddiviso in tre parti: la prima ricalca molti documenti simili e richiama il contesto delle migrazioni internazionali che hanno interessato l’Italia e la Sicilia, mettendole in contatto con l’Islam. La seconda parte offre alcune proposte di discernimento cristiano dell’Islam, soffermandosi sull’annosa quaestio dello statuto teologico dell’Islam e del riconoscimento di un eventuale carisma profetico a Muhammad, oltre che sui problemi che la dimensione giuridica musulmana – la cui importanza è centrale per l’Islam – pone all’etica cristiana ed alle legislazioni degli Stati europei. La terza parte, infine, è di carattere pastorale e presenta diverse tipologie di dialogo interreligioso, l’esperienza secolare delle Chiese cristiane in terra musulmana nei rapporti con l’Islam, e una serie di indicazioni pastorali per affrontare alcune situazioni correnti. Si ribadiscono raccomandazioni già note, come l’attenzione ad evitare commistioni nell’organizzare momenti comuni di preghiera, il divieto di concedere locali ad uso pastorale per farne luoghi di culto o di attività per i musulmani; la prudenza rispetto ai matrimoni misti.
____________________
[1] G. Biffi, La città di san Petronio nel terzo millennio. Nota pastorale, Edizioni Dehoniane (Documenti Chiese locali 96), Bologna 2000, 24.
[2] G. Biffi, La città di san Petronio…, 22-23. Biffi aveva già invitato anni prima a non escludere i musulmani dall’evangelizzazione, cfr. G. Biffi, “Guai a me…”. Riflessioni e proposte per una nuova evangelizzazione. Nota pastorale, Edizioni Dehoniane (Documenti Chiese locali 20), Bologna 1992, 14.
[3] G. Biffi, Relazione “Sull’immigrazione” al Seminario della Fondazione Migrantes a Bologna (30 settembre 2000). Consultabile all’indirizzo http://www.istitutodegasperi-emilia-romagna.it/pdf-mail/387_10072018a2.pdf
[4] Conferenza episcopale dell’Emilia Romagna, Islam e cristianesimo, Edizioni Dehoniane (Documenti Chiese locali 99), Bologna 2000.
[5] Commissione triveneta per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, Cristiani e musulmani in dialogo. Sussidio pastorale, Edizioni Dehoniane (Documenti Chiese locali 18), Bologna 1992.
[6] A. Pacini, Il dialogo interreligioso…
[7] Conferenza Episcopale Siciliana - Facoltà Teologica di Sicilia, Per un discernimento cristiano sull’Islam. Sussidio pastorale, Paoline, Milano 2004.
20/05/2021