Ai fedeli della parrocchia Sagrado Corazón de Jesús di Ypacaraí (Paraguay)

 

Miei cari amici,

da molto tempo, il dottor Guillermo Sequera, Direttore Generale della Prevenzione Sanitaria, esorta la cittadinanza a non abbassare la guardia e a persistere con le misure sanitarie, sottolineando l’importanza di lavarsi le mani, dell’uso della mascherina e del distanziamento fisico e sociale, per impedire contagi di massa.Homilia 30 22 08 2020 2

Stanchi di questa lunga quarantena, in tutto il mondo sorgono gruppi di persone che negano l’esistenza del COVID-19, dicendo che è tutto un gioco politico di coloro che vogliono chiudere la bocca alla gente e distruggere le libertà civili.

Su questo punto della libertà, dobbiamo avere idee chiare di fronte a chi, in nome di una presunta libertà, mette a rischio la vita degli altri.

Io, lo ripeto una volta ancora, non sono uno pneumologo né un infettivologo e nemmeno un epidemiologo.

Come cittadino e come cristiano, voglio che la mia libertà sia rispettata e, quindi, devo saper rispettare la libertà e la competenza professionale degli altri.

Noi credenti sappiamo che la libertà “è il potere donato da Dio all’uomo di agire o di non agire, di fare questo o quello, di porre così da se stesso azioni deliberate” (Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, 363).

La libertà è, dunque, la capacità di scegliere. Su di essa si basa la caratteristica degli atti propriamente umani.

Parlando in un Istituto Penale per Minorenni, Papa Benedetto XVI affermava che

“l’uomo è una persona libera. Dobbiamo capire che cosa è la libertà e cosa è solo l’apparenza della libertà. La libertà, potremmo dire, è un trampolino di lancio per tuffarsi nel mare infinito della bontà divina, ma può diventare anche un piano inclinato sul quale scivolare verso l’abisso del peccato e del male e perdere così anche la libertà e la nostra dignità”.

La libertà ci porta ad assumerci le responsabilità: consiste precisamente nella scoperta Homilia 30 22 08 2020 3dell’“io” che non si nasconde dietro gli altri: i genitori, gli amici, il gruppo, ma che si manifesta come persona libera e consapevole. L’“io” indica l’uscita dall’anonimato, l’affermazione della persona che non è un numero tra molti, un pezzo di carne tra tanti altri.

Ora è importante ricordare e affermare che

“l’uomo possiede – come dichiara Benedetto XVI – una natura che deve rispettare e che non può manipolare a piacere. L’uomo non è soltanto una libertà che si crea da sé. L’uomo non crea se stesso. Egli è spirito e volontà, ma è anche natura, e la sua volontà è giusta quando egli rispetta la natura, la ascolta e quando accetta se stesso per quello che è, e ammette che non si è creato da se stesso. Proprio così e soltanto così si realizza la vera libertà umana”.

L’autentica libertà, dunque, si manifesta non nel fare ciò che ci piace, quando e come ci piace, ma nel rispetto della natura. Scopriamo questa natura sviluppando la nostra intelligenza e inserendola nel lavoro del progresso dell’intelligenza di tutta l’umanità.

In questo dobbiamo essere umili, ascoltando e mettendoci alla scuola di secoli e secoli di lavoro scientifico e dell’esperienza di tutta l’umanità.

Non c’è dubbio che in Paraguay, come in altri Paesi, esista un problema endemico di corruzione, di malgoverno e di mancanza di una visione politica a lungo termine, ma questo non ci autorizza a negare l’esistenza del COVID-19.

Pertanto, chi rifiuta l’obbedienza alle misure sanitarie governative in nome della propria libertà, o ancor peggio afferma che il COVID-19 non esiste, è semplicemente un imbecille.

La parola imbecille deriva dal latino imbecillis. È composta da in privativo (=senza) e bacillum, diminutivo di baculum (=bastone). La saggezza era associata alla vecchiaia e, allo stesso tempo era rappresentata da un signore anziano appoggiato a un bastone. Perciò, chi non aveva saggezza era colui che non aveva un bastone.Homilia 30 22 08 2020 4

L’imbecille è un uomo che non ha nessun appoggio. Non oppone a una prova un’altra prova, uno studio scientifico ad un altro studio scientifico.

L’imbecille non parla, ma fa solo un rumore senza contenuto logico.

Mi piacerebbe molto, alla mia età, poter dire: “Il COVID-19 non esiste. Esiste soltanto una grande cospirazione internazionale che cerca di comprimere la nostra libertà”.

Mi piacerebbe molto poterlo dire. Ma non posso parlare come un imbecille: non posso uccidere la mia intelligenza e rifiutare la grande esperienza scientifica dell’umanità.

Sono soprattutto orgoglioso di chiamarmi cristiano, di avere come punto di appoggio, come mio bastone, la grande tradizione biblica giudeo-cristiana.

Io non posso parlare come un imbecille e nemmeno come un irresponsabile.

Nel racconto genesiaco, il peccato di Caino si manifesta con una risposta da irresponsabile. A Dio che chiede dov’è suo fratello Abele, Caino risponde con il classico “non lo so”, che altro non è che la traduzione di una dichiarazione di irresponsabilità.

“Il Signore disse a Caino: ‘Dov’è Abele, tuo fratello?’. Egli rispose: ‘Non lo so. Sono forse io il custode di mio fratello?’” (Gen 4, 9).

Gerhard von Rad, grande esegeta dell’Antico Testamento, nota in proposito che Dio non domanda all’uomo: “Dove sei?”, ma: “Dov’è tuo fratello?”, come per sottolineare che la responsabilità davanti a Dio è la responsabilità nei confronti del fratello. Caino, per scrollarsi di dosso questa gravissima domanda, che era pure una grazia che gli avrebbe permesso di rispondere confessando la verità, lo fa con insolente spiritosaggine.

Il Concilio Vaticano II ci ricorda che

“Come Dio creò gli uomini non perché vivessero individualisticamente, ma perché si unissero in società, così a Lui anche piacque santificare eHomilia 30 22 08 2020 1 salvare gli uomini non a uno a uno, fuori di ogni mutuo legame, ma volle costituirli in popolo” (Gaudium et spes, 32).

Ciò significa che, nella mia libertà, io sono responsabile non solo della mia salute, ma della salute di tutto il mio quartiere, della mia città, del mio Paese, del mondo intero.

Per questo, io non posso fare quello che voglio, a mio piacimento, se metto in pericolo la salute degli altri.

Chi lo fa, mettendo a rischio la propria salute e quella degli altri, dal punto di vista umano è un imbecille, secondo l’etimologia della parola, e dal punto di vista cristiano un peccatore.

Affinché il Signore illumini la nostra intelligenza e purifichi il nostro cuore, chiediamo l’abbondanza della sua benedizione che è una benedizione per la vita e non per la morte.

E che la benedizione di Dio onnipotente,

Padre e Figlio e Spirito Santo,

discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.

Amen.

Don Emilio Grasso

 

 

 

22/08/2020