Questo piccolo libro nasce dall’incontro tra la Chiesa che vive, come parrocchia, in una città del Paraguay, Ypacaraí, e questa stessa Città.

Quantunque il libro nasca nel contesto dell’America Latina, ci è parso 1interessante pubblicarlo anche in Italia poiché, causa il fenomeno della globalizzazione e della sempre maggior interdipendenza dei vari fattori culturali, le problematiche di un Paese non sono estranee a quelle di un altro e, seppur le vie di approccio ai problemi né si esportano né si importano, il confronto tra diverse esperienze è sempre reciprocamente arricchente.

Questo, come altri miei libri, non nasce da uno studio in biblioteca o nel chiuso di un cenacolo teologico-culturale ove poche persone si confrontano tra di loro oppure, quel che sarebbe ancor più negativo, qualcuno fa calare dall’alto problematiche e soluzioni.

Al contrario, questo piccolo libro raccoglie alcune omelie pronunziate in occasione dell’anniversario della fondazione della Città. Si tratta di un tradizionale incontro ove partecipano credenti e non credenti, cattolici e non.

È importante tener presente tale dato perché, se vogliamo dirigerci a tutti e non escludere nessuno, dobbiamo trovare un comune terreno d’incontro: questo terreno è la luce della ragione, non di certo quello della fede, e la comune appartenenza allo stesso popolo, alla stessa Città.

Affermava l’allora Cardinal Bergoglio-Papa Francesco: “Per recuperare l’incontro, lo strumento forse più adatto è il dialogo. Suscitare la capacità di dialogo. Quando una persona recupera l’alterità nell’incontro, inizia a dialogare, e dialogare implica non soltanto udire, ma ascoltare. Occorre recuperare tale capacità di ascolto. L’altro, anche se su un piano ideologico, politico o sociale si trova sulla strada opposta, ha sempre qualcosa di buono da dare, come io ho qualcosa di buono da dare a lui. In questo incontro, in cui io traggo cose buone, si costruisce una sintesi creativa e feconda. Il dialogo è fondamentalmente fecondità”[1] .

E ancora il Card. Bergoglio-Papa Francesco, con la sua esperienza di pastore, ci ricorda che “il successo di una cultura dell’incontro che privilegi il dialogo come metodo, la ricerca condivisa di consensi, di accordi, di quello che unisce al posto di quello che divide e contrappone, è un cammino attraverso il quale dobbiamo passare. … E questo richiede avere come protagonista un soggetto storico che è il popolo e la sua cultura, non una classe, una frazione, un gruppo o una élite[2].

Nel pensiero di Bergoglio-Papa Francesco si avverte l’eco dell’esperienza dei teologi argentini Gera, Scannone, Tello.

In Tello i concetti chiave della sua teologia sono il cristianesimo popolare, il popolo, la cultura popolare e i poveri. I concetti di popolo e di cultura sono intimamente uniti. Per Tello, “il popolo è la realtà storica di persone unite nell’esperienza comune di valori che costituiscono la loro cultura e il loro stile di vita”[3].

Il titolo di questo piccolo libro s’ispira a un passaggio dell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium, laddove Papa Francesco afferma che “abbiamo bisogno di riconoscere la città a partire da uno sguardo contemplativo, ossia uno sguardo di fede che scopra quel Dio che abita nelle sue case, nelle sue strade, nelle sue piazze”[4].

Ma se Dio abita nelle case, nelle strade, nelle piazze allora è ineludibile il saper farsi carico delle differenti e conflittuali situazioni, “abbattere i bastioni” – come scriveva von Balthasar –, uscire dai recinti protetti e vivere fino alle estreme conseguenze il “principio di responsabilità”.

Non si può continuare con il pensiero che “altri contano più di me e sono i veri responsabili” perché “l’esempio viene dall’alto”.

Con don Milani dobbiamo agire e dire: “I care… Responsabile sono io”.

Emilio Grasso

 

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[1] Cit. in D. Fares, L’antropologia politica di Papa Francesco, in “La Civiltà Cattolica” 165/I (2014) 359.

[2] Cit. in D. Fares, L’antropologia politica…, 360.

[3] F. Forcat, Tello, Rafael, in Dictionnaire historique de la théologie de la libération. Suivi de P. Sauvage, Genèse, évolution et actualité de la théologie de la libération. Sous la direction de M. Cheza - L. Martínez Saavedra et autres, Éditions jésuites, Namur-Paris 2017, 448.

[4] Papa Francesco, Esortazione apostolica Evangelii gaudium, 71.

 

 

Emilio Grasso, … Dio che abita nelle sue piazze… Costruire ponti, non muri, Centro Studi Redemptor hominis, Sassuolo (MO) 2018, 104 pp.

 

 

INDICE

 

 

Premessa  5
Tra Cesare e Dio
Lettera aperta alle Autorità istituzionali del
Comune di Ypacaraí
 9
Ypacaraí, la città del lago
15
Dio vive nella città
15
La città terrena è retta da propri principi
17
Nel contesto della nostra città
19
Parrocchia e città 23
Il primo servizio che la fede rende alla politica
25
Contro ogni rottura e divisione
27
Edificare la città terrena a immagine della città celeste
29
Il ruolo della politica per la costruzione
della città terrena

30
Il ruolo della Chiesa nella realizzazione
di una vera democrazia

31
Tutti sono chiamati a partecipare
attivamente alla vita pubblica


33
Migliorare le condizioni di vita della città
35
La parrocchia: l'antica fontana del villaggio 37
L'antica fontana del villaggio 38
La questione ecologica 41
 Non lasciatevi rubare la speranza! 47
La città multiculturale 47
la politica clientelare 52
Chiamati a costruire la città degli uomini 57
Per una sana laicità 57
Alla luce della ragione umana 61
La fedeltà alla retta coscienza 63
 "Sono Cittadino di Ypacaraí"
Discorso di ringraziamento in occasione del
conferimento del titolo onorifico di
Cittadino Illustre della città di Ypacaraí


67
I care: il principio di responsabilità nella
società latinoamericana

77
La libertà di disporre di se stessi 79
Significato della parola responsabilità 81
Educare alla responsabilità 85
Libertà e responsabilità come condizioni di ogni patto 88
Preoccuparsi di smuovere le acque 92