Storia di un’amicizia che guarda lontano
La nostra storia comincia quarantadue anni fa, quando settantacinque giovani, provenienti da tutte le regioni d’Italia, si ritrovarono a Sabaudia per i cinque mesi del 107° Corso Allievi Ufficiali di Complemento (AUC). Per la prima volta, dopo aver terminato gli studi, vivevamo fuori di casa, ricchi solamente dei sogni e dei progetti per la nostra vita. Le fatiche dell’addestramento militare ci aiutarono ad avvicinarci, a conoscerci e a sostenerci gli uni gli altri, a costruire insomma delle relazioni sincere di rispetto e di aiuto reciproco: un vero e proprio pozzo a cui continuiamo ad attingere acqua pura che, dopo tanti anni, ancora ci sostiene nel cammino della vita. Anche alcuni dei nostri compagni – Massimo, Gabriele, Guido, Antonio e Alberto – che hanno già lasciato questo mondo, ci accompagnano con la loro presenza spirituale.
Il nostro cammino, comunque, non è stato del tutto lineare. Dopo il corso, infatti, ci siamo persi di vista, ognuno alla ricerca della propria strada e, chi più chi meno, ci siamo dimenticati di quei mesi trascorsi insieme sul litorale pontino.
Fu Ivan, di Anagni, che permise al gruppo di ricostituirsi. Dopo aver superato la prova di una grave malattia, animato dalla determinazione di riscoprire quei rapporti vissuti, iniziò una ricerca approfondita dei nostri vari recapiti che lo portò finanche al Ministero della Difesa: un’idea geniale, in un tempo senza social.
E, come un esperto rabdomante, Ivan riprese a contattare tutti gli allievi del nostro corso per ritrovare quel prezioso pozzo che aveva segnato profondamente un periodo della nostra giovinezza. Dopo i primi contatti, scoprimmo con sorpresa quanto le nostre vite fossero legate nonostante vivessimo lontani gli uni dagli altri, non solo in Italia, ma anche all’estero: Francia, Austria, Brasile e… Camerun.
Ivan, infatti, riuscì a contattare, tramite la diocesi di Parma, il nostro compagno Franco, che scoprimmo, meravigliati, essere missionario in Africa. La sua nuova presenza nel gruppo, con la sua fede che lo guida e che con noi condivide puntualmente, ci ha rafforzati e permesso di illuminare ancor di più il nostro cammino.
Grazie a lui, abbiamo compreso che la bellezza della nostra esperienza di vita va condivisa con gli altri, soprattutto con chi è povero di amore. Per questo, da tanti anni sosteniamo concretamente la vita del Centro Redemptor hominis di Mbalmayo, dove Franco risiede e continua a offrire, con la sua Comunità, le acque limpide e rinfrescanti del rispetto, della lealtà e dell’amicizia.
Sono acque dalle falde rigogliose, alimentate anche dalle nostre mogli, compagne, figlie, figli e nipoti che condividono con noi, genitori e nonni, la ricchezza di questo cammino.
Recentemente, in occasione del viaggio di Franco in Italia, ci siamo ritrovati a Bologna, molti di noi accompagnati dalle proprie mogli e dai propri figli: come se non ci fossimo mai persi di vista, abbiamo condiviso le nostre gioie e le nostre speranze. La Messa domenicale, celebrata nella splendida cornice del Santuario della Madonna di San Luca, ci ha permesso di rendere grazie al Signore per il bello, il buono e il vero, da noi vissuto insieme, che da Sabaudia arriva, oggi, fino in Camerun.
Antonello Giovannini
Amici Sabaudia-Mbalmayo
17/11/2024