Esattamente un anno fa, scrivendo ai lettori del sito web della Comunità Redemptor hominis la news In tempo di Coronavirus… e dopo? In Belgio e nei Paesi Bassi, veniva posta la domanda: la vita dopo il Coronavirus come sarà?

È passato un anno, abbiamo attraversato una prima ondata, una seconda, siamo nella terza ondata della pandemia, ed anche in piena vaccinazione contro questo virus insidioso che ha già mietuto in Belgio e nei Paesi Bassi innumerevoli vittime, ed ancora si fa fatica a delineare l’immagine di una vita post-Covid. Ciò di cui dovremmo essere consapevoli, come anche Papa Francesco ci ricorda, è che dopo questa pandemia niente tornerà ad essere come prima.

Rimarranno nella nostra memoria le tragedie, che abbiamo vissuto o che abbiamo appreso dai media, di anziani che nelle nostre zone, durante la prima ondata, sono stati le vittime più ricercate da questo virus, il dolore di famiglie divise, la solitudine di chi non ha avuto contatti, confinato nella propria stanza.

Anche la Chiesa presente in Hasselt (Belgio) e in Roermond (Paesi Bassi) è stata privata improvvisamente di collaboratori e fedeli, falciati via dal COVID-19, e di sacerdoti, come nella prima ondata è avvenuto a Roermond con il parroco René Graat e come recentemente è avvenuto ad Hasselt con Kris Van Strydonck, parroco di una cittadina del Limburgo belga, persone che ben conoscevamo e che ci avevano accolto con cordialità nelle loro parrocchie quando, nella Messa domenicale, presentavamo le pubblicazioni del nostro Centro Studi.

In mezzo alle sofferenze e incertezze per il presente e per il futuro, e in una fase in cui la cosiddetta nuova normalità fa ancora fatica a delinearsi, non è stato facile per molti tenersi ancorati a punti fermi che potessero aiutare a superare la difficile situazione non solo della vita sociale, ma anche di quella ecclesiale.

Inoltre, la difficoltà che diversi fedeli hanno avuto per non aver potuto partecipare a celebrazioni liturgiche, soprattutto nelle solennità, come era di abitudine, avrà le sue ripercussioni.

Nella news citata sopra, avevamo sottolineato l’importanza, in questo periodo di necessario isolamento, di tenere salde le relazioni personali con i mezzi di comunicazione a disposizione.

Come piccola comunità del Belgio abbiamo cercato di mantenere i contatti con parroci ed amici delle diocesi di Hasselt e di Roermond attraverso i mezzi telematici.

Molto utile è stato questo sito web, un mezzo importante di condivisione, dove sono apparse le Omelie nel tempo del Coronavirus di don Emilio Grasso che da un anno a questa parte, ogni fine settimana, si rivolge ai fedeli della parrocchia Sagrado Corazón de Jesús di Ypacaraí (Paraguay) per annunciare il Vangelo nel tempo della pandemia, toccando i problemi reali delle persone e portando un anelito di speranza, e non di illusione, per costruire il futuro su basi solide.

Siamo già arrivati alla pubblicazione, nella sezione neerlandese del nostro sito web, della 65º omelia ed è importante sapere come esse siano state accolte nelle nostre zone del Belgio e dei Paesi Bassi, e se esse abbiano attinenza anche con la nostra situazione.

Mons. Patrick Hoogmartens, Vescovo di Hasselt, comunica di frequente il suo apprezzamento delle omelie, anche per il suo legame con la parrocchia Sagrado Corazón de Jesús di Ypacaraí, consolidato in seguito alla sua visita nel marzo del 2012, e rileva che esse sono valide anche per noi: “Ringrazio per le omelie molto attuali di don Emilio, coinvolgenti ed anche vigorose, vere anche per le nostre zone. Sono per me fonte di ispirazione. Gliene sono grato…”.

Riportiamo, di seguito, delle impressioni tra le più significative di alcuni dei nostri lettori, amici e parroci con i quali siamo rimasti in contatto.

Un parroco di una cittadina nella diocesi di Hasselt, Roel Alders, scrive: “Innanzitutto, sono felice e riconoscente alla Comunità Redemptor hominis di Genk che mi ha inviato gli scritti e le omelie di don Emilio, così che io possa attingere a questa ricchezza. Mi conducono più vicino a Dio e alla Chiesa. Don Emilio scrive in maniera molto semplice, in uno stile scorrevole e chiaro, e tenendo sempre presente l’attualità e la vita dell’uomo nella sua totalità. La pubblicazione di questi scritti e omelie è già pura evangelizzazione. Diffondendo queste omelie si dà la possibilità a giovani e anziani di conoscere Dio, Gesù e lo Spirito Santo o, per chi già ha scoperto Dio nella sua vita, di approfondire tale conoscenza. Le omelie e gli scritti di don Emilio aiutano a penetrare la Sacra Scrittura in maniera eccellente; attraverso la lettura e una migliore conoscenza della Scrittura incontriamo Dio”.

Guido Kessels, parroco nella diocesi di Roermond, ha sottolineato: “Durante la Veglia pasquale del 2021 ha detto Papa Francesco: ‘E in questi mesi bui di pandemia sentiamo il Signore risorto che ci invita a ricominciare, a non perdere mai la speranza’. Questo ascoltare il Signore risorto è il tema centrale delle “Omelie nel tempo del Coronavirus” di don Emilio. Le sue omelie sono innanzi tutto dirette ai fedeli della parrocchia Sagrado Corazón de Jesús di Ypacaraí (Paraguay), ma durante questa pandemia esse possono essere sicuramente anche una guida per i cristiani di tutto il mondo. Una guida per la nostra vita personale, per la nostra preghiera e la nostra meditazione, una guida per un viaggio accompagnati dalla Sacra Scrittura e dalla considerevole esperienza pastorale di don Emilio. Risalta nelle omelie la ricchezza di suggerimenti pratici per santificare la vita normale, e la vita stessa diventa preghiera. Don Emilio coglie giustamente questa pandemia come occasione per parlare alla comunità internazionale e mettere in luce i problemi ‘che rimanevano nascosti nei nostri cuori, nelle nostre relazioni interpersonali e nella nostra società’. Le sue omelie le raccomando di cuore a tutti i fratelli e sorelle nella fede, in particolare in Belgio e nei Paesi Bassi”.

La direttrice del Missiebureau Roermond, Elianne van den Heuvel, parlando del suo rapporto con la missione, dice: “La fondazione ecclesiale Missiebureau della diocesi di Roermond aiuta e sostiene in senso ampio l’annuncio della fede nelle terre di missione. Uno degli obiettivi del Missiebureau è l’attenzione a mantenere viva la missione ad extra nella diocesi di Roermond e a diffondere e attualizzare lo spirito missionario. Con regolarità riceviamo le omelie di don Emilio. Queste omelie contengono un messaggio per noi. Don Emilio, attraverso di esse, ci mostra di essere esempio del ruolo di servizio che la Chiesa in Sud America svolge: egli predica, secondo l’esempio di Cristo, con amore per gli uomini, opponendosi alla oppressione e all’esclusione. Nonostante le differenze culturali, siamo invitati ad ascoltare e a capire le sue omelie. Attraverso di esse possiamo esaminare criticamente il nostro comportamento di cattolici e il ruolo di servizio che svolgiamo”.

In seguito alla lettura dell’omelia Io sono responsabile non solo della mia salute, ma della salute del mondo intero, Elianne osserva: “Una omelia molto bella che ti mette a confronto con la realtà! Questo ci serve. Fa bene don Emilio a continuare a parlare in modo che le persone sbattano il naso sui fatti! Il tempo dell’individualismo è ora finito; dobbiamo aver cura gli uni degli altri! Invito alla prudenza i miei amici impegnati per le missioni, non solo per loro stessi, ma soprattutto per gli altri. Ho visto con i miei occhi le conseguenze di questo terribile virus: vite distrutte, giovani che si trovano in terapia intensiva, altri che dopo un anno dal contagio,si accorgono che non guariranno più completamente”.

E alla lettura di Mio Dio, tocca a noi aiutarti e difenderti, continua Elianne: “Sono commossa fino alle lacrime per queste parole meravigliose”.

Jean Baptiste Bugingo, parroco della diocesi di Hasselt di origine ruandese, impegnatosi anche nella pacificazione nella sua terra di origine, ci ha offerto le sue vive impressioni: “Vorrei riassumere il cibo spirituale che mi proviene dalle omelie e riflessioni di don Emilio che mi hanno aiutato e accompagnato durante questo tempo del Coronavirus: Gesù non è venuto per eliminare la sofferenza, ma per riempirla della sua presenza. Egli è il nostro compagno di cammino in tutte le situazioni in cui viviamo. Non ne facciamo un Dio ‘tappabuchi’… Non è un Babbo Natale, egli vuole aver bisogno di noi; osiamo allora prestargli le nostre mani per soccorrere i nostri fratelli, osiamo donargli il nostro cuore per amarli… Attraverso queste omelie ho potuto comprendere il legame tra il mistero dell’Incarnazione e quello della Croce che sono entrambi l’espressione suprema dell’amore… che si vive anche nella realtà banale di tutti i giorni, come si spiega nell’omelia L’uovo era già mio, con l’esempio dell’uovo di Emilio-bambino e il giovane soldato! Ringrazio molto per il nutrimento spirituale che forniscono queste belle omelie e riflessioni spirituali di don Emilio, gliene sono veramente grato”.

Da un paesino del Belgio al confine con i Paesi Bassi, Tineke Mardaga nota che “le omelie di don Emilio ci spronano sempre ad agire, ci portano a ragionare e a riflettere. Il messaggio di ogni omelia che ho letto fino adesso è sempre formulato chiaramente e ci chiama a operare a partire da esso. I valori cristiani che vengono trattati e su cui si riflette valgono per tutti e certamente per le nostre zone. Vi sono anche dei passaggi difficili da seguire, ma se ne sei interessato, arrivi alla fine, aiutato dal fatto che vi sono degli aneddoti presi dalla vita di tutti i giorni. L’omelia L’uovo era già mio ne è un esempio, anche perché in questa omelia don Emilio parla di se stesso. I pensieri sono riportati in maniera semplice e chiara: nelle situazioni descritte possiamo ritrovare noi stessi”.

Attenta alla concretezza della testimonianza cristiana che si rivela in gesti di amore gratuito, di Caritas, discorso che si trova espresso nell’omelia L’amore si estende a tutti i tempi e a tutti i luoghi: in una parola, è eterno, Tineke sottolinea la validità dei principi che guidano l’impegno per gli ultimi: “Una bella omelia e assai preziosa, questa di don Emilio. Godo della chiarezza del suo esprimersi e delle sue esortazioni. Con il mio gruppo Insieme nella Gioia, siamo riusciti a compiere molti atti di amore anche in tempi di pandemia”.

(A cura di Maria Cristina Forconi)

 

 

 

02/06/2021