Questo nuovo numero della collana "Mosaico della Missione" è un'introduzione alla dottrina sociale della Chiesa. Vuole offrire la possibilità di entrare nel tema della dottrina sociale che la Chiesa propone da più di cent'anni, per conoscere i suoi orientamenti e poterli mettere in pratica.
Questa pubblicazione, come le altre della stessa collana, è nata da una serie d'incontri realizzati nella parrocchia Sagrado Corazón de Jesús di Ypacaraí (Paraguay), nell'ambito del Corso di Teologia per Laici. Ad essi s'indirizza in primo luogo, in quanto sono chiamati a operare nella società, come cittadini preparati e ben formati, conformemente alle loro convinzioni cristiane e alla fede cattolica.
Leggiamo nel Compendio della dottrina sociale della Chiesa:
"I fedeli laici devono fortificare la loro vita spirituale e morale, maturando le competenze richieste per lo svolgimento dei propri doveri sociali. L'approfondimento delle motivazioni interiori e l'acquisizione dello stile appropriato all'impegno in campo sociale e politico sono frutto di un percorso dinamico e permanente di formazione, orientato anzitutto a raggiungere un'armonia tra la vita, nella sua complessità, e la fede. Nell'esperienza del credente, infatti, 'non possono esserci due vite parallele: da una parte la vita cosiddetta spirituale, con i suoi valori e con le sue esigenze; e dall'altra, la vita cosiddetta secolare, ossia la vita di famiglia, di lavoro, dei rapporti sociali, dell'impegno politico e della cultura'. La sintesi tra fede e vita richiede un cammino scandito con sapienza dagli elementi qualificanti dell'itinerario cristiano: il riferimento alla parola di Dio; la celebrazione liturgica del Mistero cristiano; la preghiera personale; l'esperienza ecclesiale autentica, arricchita dal particolare servizio formativo di sagge guide spirituali; l'esercizio delle virtù sociali e il perseverante impegno di formazione culturale e professionale" (Compendio della dottrina sociale della Chiesa , n. 546).
Infatti, "tutte le realtà umane secolari, personali e sociali, ambienti e situazioni storiche, strutture e istituzioni, sono il luogo proprio del vivere e dell'operare dei cristiani laici. Queste realtà sono destinatarie dell'amore di Dio; l'impegno dei fedeli laici deve corrispondere a questa visione e qualificarsi come espressione della carità evangelica: 'L'essere e l'agire nel mondo sono per i fedeli laici una realtà non solo antropologica e sociologica, ma anche e specificamente teologica ed ecclesiale'" (Compendio della dottrina sociale della Chiesa, n. 543).
La dottrina sociale della Chiesa concerne i comportamenti dell'uomo verso gli altri e i grandi problemi della società, avendo come base il Vangelo e il Magistero della Chiesa cattolica.
In questo senso, una prima e fondamentale chiarificazione da fare è che la dottrina sociale non propone un programma politico o economico, ma offre a tutti un messaggio, un insieme d'idee, principi e orientamenti sui problemi sociali.
Non dà pertanto soluzioni concrete ai problemi che la politica è chiamata a risolvere, ma li illumina e li orienta.
La Chiesa non ha un programma politico - in questo campo è neutrale -, ma non può essere indifferente di fronte ai grandi problemi sociali che riguardano la vita dell'uomo; è per questo che dà delle indicazioni alla coscienza dei cattolici e di ogni uomo di buona volontà.
La dottrina sociale, di conseguenza, non è il programma di nessun partito politico. Il Magistero della Chiesa afferma anzi, insistentemente, che l'ambito politico non appartiene ai sacerdoti e nemmeno ai Vescovi, ma ai laici, i quali sono chiamati ad impegnarsi nelle differenti sfere sociali.
È importante conoscere l'origine, la nascita, la storia e i motivi del processo che ha spinto la Chiesa, in un determinato contesto storico, a riflettere sui problemi sociali e a iniziare l'elaborazione di un corpo sistematico di insegnamenti e orientamenti. Ciò è utile, ed anche essenziale, per operare nella società civile e nel contesto politico ed economico, come uomini e donne impegnati e consapevoli delle indicazioni della Chiesa.
Le locuzioni "dottrina sociale", "insegnamento sociale", "magistero sociale" della Chiesa, pur nelle diverse accezioni, hanno sostanzialmente lo stesso significato. Tutte queste definizioni, infatti, si riferiscono all'insieme degli insegnamenti, degli orientamenti, dei principi e delle norme che la Chiesa cattolica ha elaborato organicamente per rispondere ai problemi che riguardano appunto la società. Questo insieme, sviluppato nel corso dei secoli, costituisce parte integrante del Magistero ecclesiale.
Anche se l'uso dell'espressione "dottrina sociale", per definire la materia di cui stiamo parlando, è entrato nel linguaggio teologico con l'enciclica Quadragesimo anno di Pio XI (1931), l'inizio di questa disciplina risale ufficialmente al 15 maggio 1891, data della pubblicazione della prima enciclica sociale, la Rerum novarum, promulgata dal Pontefice Leone XIII.
Nonostante la dottrina sociale appaia come una disciplina abbastanza recente, essendo nata centoventi anni fa, la pubblicazione della Rerum novarum rappresenta solo il momento in cui la dottrina sociale acquista la propria autonomia, emancipandosi da altre discipline teologiche.
L'insegnamento della Chiesa sulle conseguenze sociali dell'agire umano è, infatti, antico quanto la tradizione ecclesiale. Le sue radici si trovano nel messaggio dell'Antico e del Nuovo Testamento, specialmente nel Vangelo, e anche negli scritti dei Padri della Chiesa.
La Chiesa, inoltre, come esperta in umanità, inserita nel mondo e nella storia, in risposta alle sfide che ogni epoca presenta ha elaborato alcuni principi fondamentali e una dottrina specifica, per tutti gli uomini di buona volontà che vogliono costruire una civiltà di pace e di amore.
Ha affermato Giovanni Paolo II:
"La Chiesa non ha soluzioni tecniche da offrire al problema del sottosviluppo in quanto tale. ... Essa, infatti, non propone sistemi o programmi economici e politici, né manifesta preferenze per gli uni o per gli altri, purché la dignità dell'uomo sia debitamente rispettata e promossa e a lei stessa sia lasciato lo spazio necessario per esercitare il suo ministero nel mondo. Ma la Chiesa è 'esperta in umanità', e ciò la spinge a estendere necessariamente la sua missione religiosa ai diversi campi in cui uomini e donne dispiegano le loro attività, in cerca della felicità, pur sempre relativa, che è possibile in questo mondo, in linea con la loro dignità di persone" (Sollicitudo rei socialis, 41).
Emilio Grasso, La dottrina sociale della Chiesa. Origini e sviluppi, principi e fondamenti, EMI (Mosaico della Missione 5), Bologna 2011, 80 pp.
INDICE
Introduzione di Emanuela Furlanetto | 5 |
1. Origine della questione sociale | 9 |
I. Il contesto storico | 9 |
La rivoluzione industriale | 10 |
Le classi sociali: conflitto capitale-lavoro | 11 |
L’urbanizzazione e lo sfruttamento del proletariato | 12 |
La rivoluzione francese | 17 |
Destra e sinistra | 20 |
Il liberalismo politico ed economico | 21 |
Il socialismo | 24 |
Al di là dei giudizi etici | 28 |
II. La posizione della Chiesa | 29 |
La reazione della Chiesa alla questione sociale: la Rerum novarum | 33 |
2. I fondamenti teologici della dottrina sociale della Chiesa | 37 |
L’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio | 38 |
L’amore trinitario | 40 |
L’Incarnazione | 42 |
La dignità dell’uomo | 44 |
3. I principi della dottrina sociale della Chiesa | 47 |
Il bene comune | 48 |
La solidarietà | 50 |
La sussidiarietà | 52 |
La giustizia |
55 |
La giustizia commutativa | 57 |
La giustizia distributiva | 59 |
La giustizia sociale | 62 |
4. Conclusione | 65 |
Giustizia e carità | 65 |
Appendice | 69 |
Principali documenti della dottrina sociale della Chiesa | 69 |