Immagini della vita della parrocchia Sagrado Corazón de Jesús di Ypacaraí (Paraguay)
Il COVID-19 ha smascherato molte false certezze e ha messo allo scoperto tutta la nostra vita personale e sociale, durante questa pandemia ancora tanto attiva in Paraguay.
Tuttavia, come sta avvenendo in altri Paesi, sicuramente anche qui, ad un certo punto, si uscirà da questo tunnel, ma sarà impossibile, comunque, tornare alla realtà precedente, in tutti i settori della vita pubblica e sociale, come se nulla fosse accaduto.
C’è stato un prima e ci sarà un dopo pandemia nella vita ecclesiale, anche nella nostra parrocchia.
Per questo, da oggi siamo chiamati a preparare la parrocchia del post-pandemia. La fine della pandemia non deve coglierci impreparati, perché nulla sarà più come prima. Sarà meglio o peggio, ma non più come prima.
Per tale motivo, vogliamo riproporvi la lettura di questo articolo “La Chiesa vive nella parrocchia”, perché dobbiamo iniziare a preparare il futuro della nostra parrocchia, e il futuro non lo si può costruire senza la memoria del passato.
In questo articolo ritroviamo la memoria viva della parrocchia, come l’abbiamo costruita fino ad oggi. Memoria da cui partire per interpretare i segni attuali dei tempi e preparare il futuro, sapendo che, come ha ripetuto più volte san Giovanni Paolo II: “Non c'è futuro senza memoria”.
La Chiesa non è un’astrazione: si realizza in un luogo concreto. La Chiesa vive nella parrocchia, come ha detto Papa Francesco ai Vescovi della Polonia, durante l’ultima Giornata Mondiale della Gioventù. “La parrocchia è sempre valida! … La parrocchia è proprio la casa del Popolo di Dio, quella in cui vive”.
In questo articolo vogliamo illustrare alcuni momenti importanti della vita della parrocchia Sagrado Corazón de Jesús di Ypacaraí, gli assi portanti che la sostengono, a partire dalla centralità della liturgia, dall’ascolto della parola di Dio e dalla partecipazione alla mensa del Signore. Proprio da questa fonte sgorga la vita della parrocchia, nascono i vari servizi che la animano, gli avvenimenti che la uniscono, l’esigenza di una preparazione e formazione sempre più approfondita, la bellezza di una comunità che impara ad amare il Signore.
La parrocchia è come “l’antica fontana del villaggio che dà l’acqua alle generazioni di oggi, come la diede a quelle del passato”, secondo le parole di san Giovanni XXIII, e vive se, come attualmente a Ypacaraí, vi sono tante persone che si impegnano affinché la chiesa parrocchiale e le varie capillas attive nel territorio della parrocchia e da essa dipendenti, siano luoghi sempre curati e appropriati, per accogliere i ragazzi che si formano alla vita cristiana nella catechesi, le persone che si riuniscono per pregare, tutta la gente che partecipa alle celebrazioni liturgiche periodiche, e per gestire l’organizzazione delle varie attività finalizzate a far conoscere sempre più il Signore. In esse è possibile condividere un’esperienza che può trasformare la vita. È così che la Chiesa cresce e si sviluppa, quando i battezzati assumono la responsabilità di costruirla e di esserne membra vive.
Nella parrocchia c’è posto per tutti, per le donne e per gli uomini, per i ricchi e per i poveri, per quelli di un partito politico e per quelli di un altro, per chi ha studiato e per chi non ha avuto questa opportunità, per coloro che maggiormente sono incamminati sulla via della santità e per i poveri comuni peccatori. Vi sono persone che hanno una fede forte, altre la cui fede sta dormendo o si sta spegnendo; tutti, però, sono membri dello stesso unico Corpo e a ognuno la Chiesa sempre apre le sue braccia. In essa ognuno può dare il suo contributo.
Molteplici sono i servizi che si possono svolgere affinché il Signore viva in mezzo agli uomini e possa raggiungere anche i più lontani e i più poveri.
In effetti, se è importante essere discepolo del Signore, altrettanto fondamentale è essere un suo testimone, che annuncia e propone la vita della Chiesa nella quotidianità, perché la Chiesa vive nella città e – nella distinzione, ma non nella separazione di funzioni e di compiti – collabora con le altre Istituzioni, ognuna nel rispettivo ambito, per costruire e rendere la città un luogo sempre più umano.
1. La centralità della liturgia
La liturgia, soprattutto festiva, è l’aspetto centrale della vita della parrocchia di Ypacaraí. È importante, allora, che sia celebrata seriamente, in maniera semplice e bella, che faccia intuire e trasmetta il mistero, pur restando intelligibile e capace di narrare la storia dell’alleanza di Dio con gli uomini.
Alcuni momenti importanti dell’anno liturgico, come la Settimana Santa e la festa patronale, che comprende anche la processione per le strade della città, sono particolarmente partecipati. Una moltitudine così ordinata, assidua, raccolta e silenziosa richiama l’attenzione. Espressione culturale di carattere universale, la processione ha una duplice valenza religiosa. È un segno della testimonianza di fede che la comunità dei credenti rende pubblicamente al suo Signore e ricorda a tutti che siamo una Chiesa pellegrina e nomade.
Organizzare la festa per onorare il Santo Patrono, il Sacro Cuore di Gesù, è un lavoro lungo e impegnativo, che viene suddiviso in varie tappe e preso in carico da diverse persone, e diventa anch’esso un cammino di crescita umana e spirituale, affinché si giunga a comprendere profondamente ciò che racchiude il Cuore di Gesù.
2. La formazione degli agenti pastorali
La formazione puntuale e permanente di tutti gli agenti pastorali è un’esigenza consolidata nella parrocchia. Durante il periodo estivo, che in Paraguay va da metà dicembre a metà marzo, si svolgono i vari corsi di formazione per la preparazione ai differenti servizi e ministeri laicali necessari alla parrocchia, come quelli per i catechisti, i ministri straordinari della comunione, i lettori, i chierichetti e le ragazzine della liturgia.
3. La catechesi
L’impegno per la catechesi è fondamentale. La vita cristiana si basa sull’incontro con Gesù, è una relazione di amore e di ascolto della sua Parola. Un ascolto che va fatto nell’ordine, nel silenzio, nel rispetto.
Formare bambini e giovani a essere uomini e cristiani vuol dire guidarli, correggerli, educarli, dalle pratiche più semplici e abitudinarie della vita quotidiana come la puntualità, la pulizia, l’ordine, l’ascolto, fino all’acquisizione di comportamenti coerenti con il rispetto di sé, degli altri, delle cose, dell’ambiente e delle regole, con la fedeltà agli impegni presi, alla parola data e alle responsabilità assunte… insegnando loro che questo è amore.
L’itinerario dell’iniziazione cristiana, scandito dai rispettivi sacramenti, pur essendo graduale è intimamente unitario e trova il suo culmine nella Messa, perché in essa vi è la più profonda comunione con Cristo e allo stesso tempo con la sua Chiesa.
Per i giovani delle tre tappe della cresima, in particolare, è importante comprendere che la Chiesa non è una stazione di servizio dove si svendono sacramenti. La catechesi per i giovani vuole parlare sempre alla loro coscienza e libertà, alla loro intelligenza, spiegando la razionalità delle cose. Dalla partecipazione all’Eucaristia scaturisce l’impegno al servizio: la fede è vuota senza le opere, per questo i giovani che vogliono ricevere la cresima devono saper dare del tempo per collaborare alle attività della parrocchia.
La tradizionale Pascua Joven, nei giorni del Triduo pasquale, ha assunto un carattere di serietà, impegno e approfondimento religioso su tematiche che toccano la situazione concreta dei giovani, a partire dai comportamenti e dai gesti quotidiani più semplici, per vivere da persone responsabili, nella libertà e nella verità.
4. I poveri nel cuore della Chiesa
Nel cuore della Chiesa ci sono soprattutto i più poveri, i più deboli, gli anziani, gli ammalati. La Caritas è, quindi, il cuore della parrocchia.
È entrata, ormai, nella nostra parrocchia la consuetudine di offrire un cesto di prodotti alimentari a lunga conservazione durante le celebrazioni eucaristiche, in occasione di avvenimenti importanti, come la conclusione della catechesi, le Prime Comunioni, la chiusura dell’anno scolastico di quegli alunni che vogliono presentare al Signore ciò che hanno conseguito, o gli anniversari di nascita o di matrimonio. Questi alimenti, poi, sono distribuiti a persone bisognose individuate dal Gruppo Caritas della parrocchia.
5. La Chiesa ci appartiene
La tradizionale festa di San Juan, che si organizza durante la novena della festa patronale, non è solo un’occasione per stare insieme in allegria e per raccogliere fondi per il mantenimento delle strutture, ma è soprattutto una manifestazione di amore alla parrocchia, d’impegno e di generosità da parte di persone consapevoli che la Chiesa deve essere edificata da tutti.
I fedeli sanno far vivere la loro Chiesa quando ne comprendono il valore e quando possono aver fiducia in essa, grazie alla trasparenza nella gestione economica, che rappresenta un pilastro fondamentale della pastorale nella nostra parrocchia. E lo fanno con gioia, anche nell’offerta, che attraverso la celebrazione eucaristica acquista un valore divino, unendosi al dono che il Signore ci fa del suo stesso Corpo.
6. Una parrocchia che vive nella città
La celebrazione eucaristica per l’anniversario della fondazione della città di Ypacaraí (il 13 settembre di ogni anno), richiesta dalle stesse Autorità municipali insieme alle istituzioni educative, è diventata un momento di incontro, di riflessione, di preghiera in cui è sancita la collaborazione tra la parrocchia e la città su tanti aspetti di reciproco interesse: l’educazione, la cultura, la cura dell’ambiente. Ognuno, nella propria sfera di competenza, nella distinzione dei ruoli che non è separazione, è chiamato a costruire la città degli uomini.
In Paraguay continua a essere viva l’usanza di chiudere l’anno scolastico con una Messa, particolarmente per gli allievi delle classi terminali. La partecipazione è alta, sia da parte degli studenti e dei loro professori che da parte dei genitori. Ci si ritrova in tre: famiglia, scuola e Chiesa. Tre istituzioni differenti, certo, ma convinte della necessità di una collaborazione, per il bene dei giovani di fronte all’attuale “emergenza educativa”.
7. Uniti nella festa
Un’intensa manifestazione di fede e una gran festa di popolo: questo ha rappresentato, per la città di Ypacaraí, la visita di Papa Francesco in Paraguay, culminata nel giubilo per la sua presenza e, per molti, nella gioia di vederlo nell’atto di benedirli dal finestrino della macchina mentre attraversava la città.
La consegna del titolo di Cittadino Illustre a Emilio, da parte delle principali Autorità di Ypacaraí, svoltasi in un clima di profonda commozione e grande gioia, alla presenza di un popolo numeroso e riconoscente e di molti amici, è stata, per la parrocchia e per tutta la città, un avvenimento unico che ha messo in risalto il ruolo della parrocchia nell’ambito cittadino.
Anche la celebrazione della Messa di ringraziamento per i cinquant’anni di vita sacerdotale di Emilio è stata un momento speciale ed emotivamente molto intenso che ha vissuto il popolo di Ypacaraí. Insieme a tutte le Autorità cittadine, la presenza massiccia della comunità educativa ha voluto esprimere a Emilio tutta l’amicizia e la gratitudine per la sua attività pastorale e per la sua azione educativa, culturale e formativa delle giovani generazioni.
(A cura di Emanuela Furlanetto)
02/07/2021